Eterno retorico dilemma mondiale che implica la risposta più scontata di un 4×2 all’ Iper: “Mare, non ci sono madonne!

E quindi mare sia!
Nonostante il Covid assassino, l’OMS, i Dpcm di Conte e i controcazzi di Salvini/Meloni, Trump, il gregge inglese, i Puffi francesi e i pipistrelli cinesi.

E se chi vive lontano dai lidi, vuoi geograficamente vuoi mentalmente perché assorbito dall’emergenza, non abbia ben chiaro cosa significhi una spiaggia ai tempi del Covid, chi vi scrive dall’ ex ridente Riviera ligure (che ormai gli unici che ridono sono quelli del CDA Amuchina) ve lo spiega in pochi esaustivi passaggi.

TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE su una settimana al mare al tempo del Covid-19 e nessuno vi ha ancora detto:

In spiaggia con le mascherine che se fin’ora danno più fastidio di 2 ore di coda dal panettiere, figuriamoci a 38° all’ombra, con la fronte più ustionata di una braciola a Ferragosto e il resto del viso slavato come il culo di un danese il primo giorno di vacanza.

Distanziamento tra lettini: almeno 2mt tra un ombrellone e l’altro, col vantaggio si di liberarsi della vicina rompicoglioni più logorroica del litorale e del di lei marito che vi fa viaggiare a 2 pacchetti di fumo passivo al giorno, ma con l’handicap di vedersi estendere lo stabilimento balneare oltre i soliti confini. Ed entrare in spiaggia, ad esempio, a Viareggio per avere l’ombrellone a Grosseto. O credere di potersi abbronzare a Borghetto Santo Spirito ma dover scarpinare alla ricerca della sdraio fino in Francia (in Liguria gli spazi sono quelli che sono! ) sotto il sole a 40°.

Bagni in mare scaglionati dal bagnino megafonato: “Al mio segnale entrino in acqua già pisciati (che il virus sa nuotare!) quelli della provincia di Mantova, e tra mezz’ora si tengano pronti tutti quelli della città metropolitana di Torino. Gli autoctoni alle 20,30 e senza rompere il cazzo, che tanto avete già il culo di vivere tutto l’anno a due passi! ”

-Bambini fermi vicino ai genitori (che, dopo 3 mesi di lockdown duro, li darebbero in affido persino a famiglie di Cernobyl) per non infettare coetanei e soprattutto nonni e bisnonni di coetanei. Con il risultato di formine, castelli, scazzi e capricci a livelli stellari e famiglie dichiarate ufficialmente Unità di Crisi dalla Farnesina.

-Distanziati e in coda anche al bar: che tanto, se funzionerà come gli accaparramenti al super, quando sarà il vostro turno avranno finito anche il ghiaccio chimico per le culate sulla boa, e vi ritroverete a supplicare il barista di raschiare la condensa del frigo Algida, per farvi almeno una granita sminchia.

Quindi, se siete tra coloro che “Io mi rilasso solo al mare” non dite che Syndrome non vi aveva avvertito.

Ma se il dubbio atroce di dover cercare orizzonti più sicuri, dovesse farvi decidere per il fortificante clima montagnino, giusto un paio di dritte: sulle funivie si entra, dopo aver disinfettato anche le uova sode del pranzo al sacco, solo due per volta. In modo da poter riunire le famiglie esauste ed essere tutti in vetta per la fiaccolata di Capodanno.