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Oggi ho conosciuto Soccorso.

Mi trovavo a Calakmul, nel piazzale antistante l’entrata ai tempi Maya.

Queste rovine si trovano nel mezzo della vegetazione, nella riserva della biosfera di Calakmul.

Nella foresta.

In culo ai lupi.

Solo per arrivare fai circa 1 ora di macchina oltre l’abitato.

Quell’ora di macchina è tutta shakerata.

Io aspetto il pulmino che mi riporta indietro, lei sta li ad aspettare che ce ne andiamo tutti.

Siamo sedute su due sassi con due pezze in mano che ci sbattiamo addosso continuamente per evitare di morire mangiate dalle zanzare (il “repellente dinamico”, fa affidamento sull’effetto centrifuga dell’aria e qualora non funzionasse attua automaticamente il piano b: spiaccicamento su carne viva in speranza. “In speranza” sta per “con la speranza che non abbia già punto”).

Lei lavora lì, si occupa di tenere in ordine il verde fuori dalle rovine. Guadagna circa 300 pesos (13 euro ) al mese ed è alta poco più di un metro e cinquanta.

Ha 5 figli. Il più grande ha 40 anni, vive a Merida e quando lo va a trovare ci sta solo 2 giorni perché ci sono troppe macchine vicino a casa sua. La Soccorso si sfastidia.

È yucateca, lo spagnolo l’ha imparato dopo!

“Ma dove abiti?”.

“Qui”.

“Ma dove esattamente”.

Mi indica oltre il giardino: “Li ci sono le casette”.

Abita proprio nel piazzale antistante le rovine. Ma non le ha mai viste.

“E come fai con le zanzare?”.

“Così!” (si continua a sbattere addosso la pezzetta).

E ride.

“Ma la notte le scimmie non ti disturbano?”.

“Siiiiii! Però se le sento gridare sono contenta, vuol dire che piove, cosi abbiamo l’acqua. No pioggia, no agua. Quando piove mettiamo i bidoni fuori, cosi bevono anche le scimmie quando smette”.

“Davvero?”.

“Siiiii! E quando mi regalano il pollo, una parte la friggo, così la como yo, l’avanzo lo lascio fuori. I giaguari vengono e lo mangiano”.

“Soccorso???? il giaguaro???????”.

“Siiiii! Il giaguaro! Tenemos i jaguari aqui! È come un gatto. Ma più grande”.

“Soccorso! Ma non hai paura?”.

“Siiiii!”.

“….”.

“….”.

“Pero anche lui ha paura di Soccorso!”.

E giù che ride.

Che tipa… ma chissà perché l’hanno chiamata Soccorso…

 

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