[:it]Come diceva Bufalino “La donna vuol essere presa compresa e sorpresa”, purché le improvvisate siano positive. Tipo che al primo colpo riusciate a scovare il punto G.

Qualche dritta: tanto per cominciare il nostro centro erogeno parte dall’udito e si allarga all’immaginazione. Quindi munitevi di voce suadente o fatevi doppiare, e iniziate a farci tremare così.

Il luogo romantico non serve, se un orgasmo arriva, va bene anche nel garage di casa. Evitate il calzino bianco e le mutande ascellari (questo serve per il “dopo”, ma siccome dovete partire da casa ben attrezzati, val bene come premessa) .

Altra cosa, le tette sono morbide ok, ma in alcuni periodi del mese fanno male, quindi evitate di impastarle come pizzaioli, ma dirigetevi ai centri nevralgici che ben conoscete (mi auguro).

Intanto continuate a sussurrare, è uno dei pochi momenti in cui vi cediamo volentieri la parola.

Arriviamo al dunque: il punto G è situato sopra l’osso pubico e se non c’è presenza eccessiva di adipe lo si può localizzare anche facendo una breve pressione sulla pancia, ma dovete trovare la zona precisa, per evitare di stimolare eventuali corse al gabinetto.

Tralasciate domande fastidiose (al di là del famoso “ti è piaciuto?” che fa parte del “dopo”, glisserei anche sul “Va bene qui? Più in qua? Più in là?” che sembra dobbiate appendere un quadro).

Fingete di essere esperti e monologate invitandoci a rilassarci, magari descrivendo un viaggio immaginifico.

Su qualsiasi rivista o sito specifico leggerete che il punto esatto si trova a 5 cm dall’ingresso della vagina (e qui sfatiamo il mito del pisello lungo che serve solo a farvi fare bella figura e nient’altro), e che se stimolato tende a dilatarsi, per diventare ancor più facilmente localizzabile.

Vi ricordo che tale zona erogena è composta da residui di tessuto prostatico maschile (vedete che ci somigliamo e che possono esistere anche le donne con le palle?) che producono un secreto (alcuni bambacioni si spaventano di fronte ad un’emissione troppo copiosa, beh, stiano tranquilli per favore, non è urina), ma prima di ottenerlo dovete faticare un po’: quindi ci vuole pazienza, esattamente come per la masturbazione maschile (ad alcune di noi è venuto il gomito del tennista o il tunnel carpale, pur di darvi piacere, ‘na volta tanto potete anche contraccambiare, grazie) .

Ricordatevi che in zona ci sono ossa e tessuti molli sì, ma sensibili anche al dolore, per cui evitate performances tipo martello pneumatico, dolorose quanto per voi i famosi “‘rigatoni”.

Riassumendo: abbigliamento congruo, passione, dedizione ed esperienza. Tutte le donne esaminate dagli studiosi hanno il punto G, quindi non avete scuse.

Ah, dimenticavo: lavatevi le mani.

Chi cerca, trova!

[:en]Come diceva Bufalino “La donna vuol essere presa compresa e sorpresa” , purché le improvvisate siano positive, tipo che al primo colpo riusciate a scovare il punto G.
Qualche dritta: tanto per cominciare il nostro centro erogeno parte dall’udito e si allarga all’immaginazione. Quindi munitevi di voce suadente o fatevi doppiare, e iniziate a farci tremare così. Il luogo romantico non serve, se un orgasmo arriva, va bene anche sul tetto di casa. Evitate il calzino bianco e le mutande ascellari (questo serve per il ‘dopo’, ma siccome dovete partire da casa ben attrezzati, val bene come premessa) . Altra cosa, le tette sono morbide ok, ma in alcuni periodi del mese fanno male, quindi evitate di impastarle come pizzaioli, ma dirigetevi ai centri nevralgici che ben conoscete (mi auguro) . Intanto continuate a sussurrare, è uno dei pochi momenti in cui vi cediamo volentieri la parola.
Arriviamo al dunque: il punto G è situato sopra l’osso pubico e se non c’è presenza eccessiva di adipe lo si può localizzare anche facendo una breve pressione sulla pancia, ma dovete trovare la zona precisa, per evitare di stimolare eventuali corse al gabinetto. Tralasciate domande fastidiose (al di là del famoso ‘ti è piaciuto?’ che fa parte del ‘dopo’ , glisserei anche sull’ “Va bene qui? Più in qua? Più in là?” che sembra che dobbiate appendere un quadro. Fingete di essere esperti e monologate invitandoci a rilassarci, magari descrivendo un viaggio immaginifico) .
Su qualsiasi rivista o sito specifico leggerete che il punto esatto si trova a 5 cm dall’ingresso della vagina (e qui sfatiamo il mito del pisello lungo che serve solo a farvi fare bella figura e nient’altro) , e che se stimolato tende a dilatarsi, per diventare ancor più facilmente localizzabile .
Vi ricordo che tale zona erogena è composta da residui di tessuto prostatico maschile (vedete che ci somigliamo e che possono esistere anche le donne con le palle?) che producono un secreto (alcuni bambacioni si spaventano di fronte ad un’emissione troppo copiosa, beh, stiano tranquilli per favore, non è urina) ma prima di ottenerlo dovete faticare un po’, quindi ci vuole pazienza, esattamente come per la masturbazione maschile (ad alcune di noi è venuto il gomito del tennista o il tunnel carpale, pur di darvi piacere, ‘na volta tanto potete anche contraccambiare, grazie) . Ricordatevi che in zona ci sono ossa e tessuti molli sì, ma sensibili anche al dolore, per cui evitate performances tipo martello pneumatico, dolorose quanto per voi i famosi ‘rigatoni’.
Riassumendo: abbigliamento congruo, passione, dedizione ed esperienza. Tutte le donne esaminate dagli studiosi hanno il punto G, quindi non avete scuse. Ah, dimenticavo: lavatevi le mani. Chi cerca, trova![:]