A me Francesca Pascale piace, è un po’ la fidanzatina d’Italia, quella groupie che tutte noi siamo state con i primi ragazzi che ci son piaciuti. All’improvviso amiamo la stessa musica, tifiamo la stessa squadra e improvvisamente capiamo il fuori gioco, per giunta!

Lei, berlusconiana della prima ora, probabilmente già innamorata di Silvio fin da quando è entrato in politica, nel ’94, e lei imparava a fare le divisioni in colonna, ma forse non ancora quelle a tre cifre.

E così, Francesca Pascale, ormai divenuta donna, ci parla del suo compagno chiamandolo “il mio presidente”, un po’ come noi tutte quando ci rivolgiamo al nostro uomo, con un più contenuto “il mio assessore”, “tenero consigliere”, “dolcissimo portaborse”, cose così…

L’amore non è bello se non lo suggelli con un piccolo pegno, simbolico, grazioso, da poter sfoggiare timidamente tra gli amici più cari, così lui le fa costruire una reggia vicino ad Arcore dove ella possa trascorrere momenti spensierati in compagnia dei dissidenti di Forza Italia e la BFF (Best Friend Forever) Mara Carfagna, a fare carciofolate e scambiarsi battute irriverenti ma leggere, affettuose, sul Suo Presidente. Cose da pigiama party, insomma.

Che poi uno deve augurarsi di non sbagliare i nomi, perché da Mio Presidente a Mio Capitano è un attimo.

Ma come spesso accade, Francesca non va d’accordo col BFF del fidanzato, forse per semplice gelosia, forse perché lui, Matteo Salvini, dice parolacce quando gioca con la Play Station. Su questo punto possiamo solo fare delle ipotesi perché la Pascale asserisce che il linguaggio sdoganato dal leghista sarebbe impregnato di odio e razzismo e sapete come funziona: una si preoccupa sempre che le cattive compagnie possano nuocere all’amato. Quale utilizzo degli arsenali nucleari avesse in mente Berlusconi quando dichiarava serenamente “Soltanto un Occidente unito e forte, anche nuclearmente forte, con gli arsenali nucleari degli Stati Uniti, di Russia, Inghilterra e Francia, potrebbe costituire un deterrente che potrebbe evitare un’immigrazione di massa da parte degli africani verso l’Europa” lo sa solo Dudù.

Ma la cosa che apprezzo di più in questa coppia è il fatto che lei non sia caduta nel solito cliché “esci solo col fidanzato, non ti fai più vedere in giro”: effettivamente Francesca ha lasciato intendere che potrebbe partecipare a una delle piazze sardiniane, anche se il leader di FI preferirebbe che lei fosse meno modaiola, poi la sera fa freddo, i cani devono cenare e io lo comprendo anche.

Insomma, siamo tutte Francesca Pascale, affascinate dall’uomo un po’ più grande che ci ispira sicurezza, che ci rende felici con un piccolo gesto, una villa, un Taj Mahal, insomma, La Semplicità in un mondo avvelenato dai giochi di potere, dalla brama del possesso e dagli youtubers che scrivono libri.

Per me: un faro.