Ok. È successo. Alla fine un’azienda spagnola ha deciso di produrre un vino rosa. Un vino rosa e fruttato. Un vino rosa, fruttato e GLITTERATO.

Proprio così, si parla di un vino rosa che sbrilluccica!

Alt. No. Non iniziamo a dire “ah, ma è un rosè!”. Non è un rosè è proprio rosa. Rosa rosa. Rosa unicorno. Come dal nome…

Ora, parliamone attentamente e con molta calma (possibilmente davanti ad un bel bicchiere colmo di Barolo ROSSO,): io sono veneta. Nata e cresciuta nella terra natia del Prosecco, dove lo Spritz scorre nelle vene di chiunque sia veneto da più di due generazioni.

La domanda mi sorge quindi spontanea: c’era davvero bisogno di un vino rosa shocking?

Personalmente non credo, infatti, quando ho letto questa notizia gli occhi mi sono andati fuori dalle orbite e hanno preso direzioni opposte come quelli di Igor di Frankenstein Junior.

Però, secondo questa azienda di pazzi, sì, c’era bisogno. Perché secondo loro i millennials non sono avvezzi al vino, e quindi è giusto che si avvicinino anche loro a questo mondo fatato. E quale metodo migliore di un vino fatto con lacrime di unicorno in un luogo segreto?

Merlot, Raboso, Prosecco, fatevi in là, che siete completamente out!

Ora un’altra domanda è d’obbligo: vado ad ordinarne un paio di casse! Qualcuno vuole favorire?