“Caro, ho deciso, quest’anno mi iscrivo in palestra. Lo giuro”.

E invece poi che succede? Dopo quest’incipit forte, ai limiti dell’hard, che fai?

Io ho vinto ogni remora. Ci sono andata.

Giuro. Il primo lunedì utile di gennaio. Quello dopo aver finito pure gli ultimi dolci della calza della Befana dei figli.

L’ho detto a chiare lettere a casa.

Dopo avere ricevuto un’offerta che non puoi rifiutare.

“Bellissimo, tutto bellissimo! Sono stata nella palestra dove fa calcio il bimbo. È fatta!!” ho detto a mio marito venerdì.

Mi hanno fatto un’offerta pazzesca.

“Solo per te – mi ha detto la signorina della reception, che ormai ‘ste palestre vip chic lux hanno più hostess che personal trainer – c’è una super offerta. Ma solo entro il 15, e solo se hai qualcuno già iscritto, e solo se paghi tutto l’anno e subito, e solo se hai gli occhi azzurri e i capelli biondi”.

Non è vero. La cosa degli occhi azzurri intendo. Tutto il resto si però. Abbonamento open.

Ci puoi andare quando vuoi, dove vuoi, pure la domenica sera, pure in piscina, pure in sala.

Puoi fare pilates, work out, gyrotonic (con la R, e non si beve), aquagym, aquavit, aquavite, aqualung, qualsiasi cosa preveda di bagnarsi.

O anche a secco.

Nel senso delle sale fitness della palestra che non ti bagni.

PERFETTO.

E dunque, visto che l’offertona da nov…ent..anta…ove euro stava per scadere l’ho presa.

Ed eccomi lunedì mattina pronta. Con la mia borsetta di recupero. Che ancora non ero proprio attrezzata per una tale mossa.

Ieri sera ho ravanato in lavanderia. C’erano un paio di costumi con gli elastici rigidi. Sapete di quelli che dopo 15 anni di riposo li devi solo buttare. E infatti li ho buttati.

Un costume intero residuo da 5 euro preso in sconto a gennaio del 99 (ottima annata per gli interi da sport). Una cuffia col pesciolino. E una nera di maglina. E poi infradito, accappatoio, asciugacapelli eccetera eccetera. E anche mille creme e mille oli. I campioncini degli alberghi e delle profumerie insomma.

Voglio proprio trattarmi bene. Come se andassi alla Spa. Che poi mi spalmerò come un lottatore greco-romano.

Lunedì. 8.05. lascio i figli a scuola. Mi fiondo al villaggio. Non è più palestra. Lo chiamano villaggio. Fa chic, è trendy.

Alle 9 la lezione di prova di acquagym.

Arrivo Troppo presto. Vabbè, prenderò un caffè al megabar della palestra, al piano di sopra.

“Il bar è chiuso” mi fa il tipo alla reception. Apre solo alle 14. Sa, al mattino non c’è traffico.

Vabbè. Caffè saltato. Ma tanto gli sportivi non prendono caffè.

Allora aspetto dentro, negli spogliatoi che non li ho ancora visti.

“Ce l’ha il braccialetto?” mi fa il tipo.

Che braccialetto?

“Per i crediti”.

Che crediti?
“Per la doccia”.

In che senso?

“Che deve avere un braccialetto da ricaricare di crediti per fare la doccia e asciugare i capelli”.

Dopo nov…anta…ove euro ti devo dare anche 30 centesimi per la doccia e 30 per il phon????

Sa, è per lo spreco d’acqua.

Okay, ma mica Greta vi ha chiesto di lucrare anche per economizzare l’acqua!!!!

“Va bene, le do io 2 crediti per la prova ma poi ricordi alla signorina di darle il braccialetto”.

Entro. Mi spoglio. Nello spogliatoio ci siamo io e un altro paio di casalinghe disperate. Però loro hanno quanto meno una mise degna.

Io col costumino del 99, e la cuffia coi pesciolini, e sopra quella di maglina per coprire lo scempio infilo l’accappatoio e non lo lascio fino a bordo vasca.

Dai che si fanno le 9.

E dai che la lezione comincia.

Ovviamente ti senti sempre di rubare il posto a qualcuna veterana della vasca. Ma sono tutte gentili e non mi dicono niente.

La musica comincia. Io mi sento Pinocchio.

Alza il braccio, poi la gamba, stai a galla ma non toccare, uno, due uno, due

E così per 45 minuti.

Cerco di mantenere un aplomb. Mi mimetizzo grazie all’acqua ma sono quella che fa più schiuma di tutte.

Sorrido all’istrut-truce. Lei mi fa segno di cambiare lato: “Non il destro, il sinistro”. Va bene. Capirà.

Dopotutto è la mia prima lezione di prova.

Come passa il tempo quando ci si diverte. Guardo l’orologio pensando di dover uscire e sono ancora le 9.20.

Ce la posso fare. Mancano ancora 25 minuti.

Alza, abbassa, corri sul posto, marcia, fai stretching, e la musica finisce.

Ringrazio, dico che tornerò, esco dall’acqua, infilo l’accappatoio e vado sotto la doccia.

Il braccialetto funziona. Mi insapono. C’è un timer. 2 minuti e non oltre. E anche se chiudi l’acqua il timer scorre lo stesso.

Te l’avevamo detto che era per il pianeta no? Devi fare in fretta che ci sono altre 25 casalinghe disperate dietro di te che ti guardano in cagnesco.

Ri-poso il mio scrub. Non lo faccio, pazienza. Sciacquo il costume fuori. Aspetto il turno per l’asciugacapelli.

Più che in una Spa mi sento in una caserma.

Fra un po’ mi aspetto di vedere sbucare il sergente maggiore Hartman che mi chiamerà Biancanevepalladilardo insieme.

Sono mediamente asciugata, mediamente vestita, mediamente pronta per uscire.

Si, credo di non aver lasciato niente in giro che magari mi multano pure.

Esco senza guardarmi indietro.

Cerco un bar per un caffè. E come le migliori atlete mi viene anche da accendere una sigaretta ma desisto che non fumo da 2 anni.

Tornerò. Ho pagato e tornerò. Ma magari provo il secco.

 

Ogni riferimento a persone e fatti è reale e voluto